Storia del popolo Saharawi
Il Sahara Occidentale è un paese dell'Africa nord-occidentale che affaccia sull'Oceano Atlantico.
Il popolo saharawi nasce dall'unione di popolazioni berbere e di tribù nomadi di lingua araba che raggiunsero questo territorio già nel XIII secolo.
Nel 1884 il Sahara Occidentale divenne colonia spagnola, nel 1924 fu creata l'amministrazione del Sahara spagnolo e il territorio fu diviso in province.
Nel 1884 il Sahara Occidentale divenne colonia spagnola, nel 1924 fu creata l'amministrazione del Sahara spagnolo e il territorio fu diviso in province.
Negli anni '60 iniziarono le prime richieste di indipendenza, nacque un movimento di liberazione che diventò, nel 1973, il Fronte Polisario (Fronte Popular para la Liberación de Saguia el-Hamra y Río de Oro). Nel 1965 le Nazioni Unite rivolsero il primo invito alla Spagna ad iniziare il processo di decolonizzazione del Sahara Occidentale, poi seguito da altre sei risoluzioni, inclusa quella del 1973 che invitava la Spagna ad organizzare un referendum per permettere al popolo saharawi di scegliere l'indipendenza.
Il 6 novembre 1975 il Marocco diede inizio alla "Marcia Verde", una vera e propria opera di occupazione del Sahara Occidentale. Trecentomila marocchini e 25000 soldati, attraversarono i confini sud del Marocco ed entrarono nei territori del Sahara Occidentale mentre i militari dell'esercito spagnolo ricevettero l'ordine di non sparare.
Pochi giorni dopo, il 14 novembre 1975 la Spagna firmò un accordo con il Marocco e la Mauritania, che sanciva la fine del dominio spagnolo sul territorio e la divisione dello stesso tra il Regno del Marocco e la Mauritania. In quell'anno l'esercito marocchino invase la regione a nord (il Saguia el-Hamra), mentre la Mauritania la parte sud (il Rìo de Oro).
In seguito alla firma dell'accordo tripartito e all'invasione del proprio territorio, la maggior parte della popolazione saharawi si rifugiò in Algeria e il 27 febbraio 1976 il Fronte Polisario proclamò la Repubblica Araba Saharawi Democratica (R.A.S.D.). Il Fronte Polisario avviò, fin da subito, le prime relazioni diplomatiche con vari stati africani e sudamericani mentre nei territori del Sahara Occidentale era in atto una vera e propria guerra.
A partire dal 1982 il Regno del Marocco diede indicazioni ai soldati impegnati nel Sahara Occidentale di costruire un muro che separasse le regioni sotto il proprio controllo militare da quelle conquistate dal Fronte Polisario. Tra il 1982 e il 1987 il Marocco costruì ben 6 muri, ogni volta inglobando nuovi territori del Sahara Occidentale.
Ad oggi, il "muro della vergogna" (come lo chiamano i saharawi) divide in due il territorio del Sahara Occidentale. Ad ovest si trovano le città occupate dall'esercito marocchino, dove i saharawi vivono in condizioni di privazione dei diritti umani; ad est del muro invece si trovano i territorio liberati, cioè quei territori che l'esercito del Fronte Polisario è riuscito a difendere dall'invasione del Marocco.
Il muro è lungo 2.720 km, è il secondo muro più lungo del mondo, visibile anche dallo spazio. È una vera e propria fortificazione, dotato di punti di controllo, bunker, filo spinato e circondato da km di campo minato. Si stima che vi siano state depositate circa 6.000 mine antiuomo.
La guerriglia tra il Marocco e il Fronte Polisario andò avanti dal 1979 al 1991 quando, grazie all'intervento delle Nazioni Unite, venne firmato il cessate il fuoco con la promessa di un referendum di autodeterminazione per il popolo saharawi nel 1992.
La MINURSO (Missione delle Nazioni Unite per il referendum nel Sahara Occidentale) fu istituita nel 1991, con l'obiettivo di proclamare i risultati del referendum di autodeterminazione in cui i saharawi possano scegliere liberamente tra l'indipendenza e l'annessione al Regno del Marocco.
Gli obiettivi principali del mandato erano:
- Monitorare e garantire il cessate il fuoco
- Verificare la riduzione delle truppe marocchine nel territorio del Sahara Occidentale
- Favorire e assicurare il rilascio dei prigionieri politici, bloccati nelle carceri marocchine
- Garantire il referendum
Nel 2004 fu rinnovato il mandato della MINURSO, con l'obiettivo di trovare una soluzione definitiva per il Sahara Occidentale, e la stessa cosa è avvenuta ad ottobre 2020.
Il cessate il fuoco stabilito dalle Nazioni Unite definì, inoltre, l'esistenza di alcuni territori definiti "zone cuscinetto", delle zone, cioè, che non sarebbero dovute essere occupate ne dal marocco ne dal Fronte Polisario.
In una di queste zone si trova il passo di El Guerguerat, un'area vicino al confine con la Mauritania.
Il Marocco, nonostante il patto firmato, da anni sfrutta il passo di El Guerguerat come collegamento con la Mauritania e il resto del continente. In questo modo, il Marocco non solo occupa un territorio appartenente al popolo saharawi, ma ne sfrutta anche le risorse naturali (i ricchi giacimenti di fosfati) e i confini per esportare tali risorse ed arricchirsi.
Il 31 ottobre 2020 la decisione delle Nazioni Unite di prolungare la MINURSO per un altro anno si è sommata alla già difficile situazione di vita nei campi profughi e nei territori occupati, complicatasi ulteriormente a causa della pandemia di Covid-19, diventando così la miccia che ha dato inizio alle proteste del popolo saharawi.
I cittadini saharawi hanno deciso, infatti, di recarsi presso il passo di El Guerguerat, dove si sono riuniti e hanno protestato pacificamente contro l'occupazione e lo sfruttamento illegale delle risorse del Sahara Occidentale da parte del Marocco. Attraverso l'occupazione non-violenta della zona di confine, i saharawi sono riusciti a bloccare il passaggio di camion marocchini, creando file kilometriche di autoarticolati bloccati ad El Guerguerat.
È importante ricordare come la protesta dei saharawi, pur nascendo da una naturale insofferenza per essere stati ignorati dal mondo intero per decenni, si sia sempre mantenuta pacifica e non-violenta. Fonti presenti sul luogo riportano che le donne saharawi hanno offerto latte di capra e datteri agli autisti dei camion bloccati sulla strada.
Il 13 novembre 2020, l'esercito marocchino ha ricevuto l'ordine di aprire il fuoco sui civili saharawi presenti ad El Guerguerat violando, di fatto, il cessate il fuoco del 1991. Da quel giorno è iniziata una guerriglia tra l'esercito marocchino e il Fronte Polisario il quale si è preoccupato prioritariamente di mettere in salvo i civili e ha poi risposto al fuoco nemico.
È questo il momento in cui la comunità internazionale intera deve riunirsi per trovare una soluzione giusta e definitiva per il Sahara Occidentale. È tanto auspicabile quanto necessario un referendum di autodeterminazione per il popolo saharawi.